Software e disabilità
L’idea
di utilizzare il computer nella didattica risale agli anni Sessanta per opera
di Skinner e di Crowder; in quel periodo nacquero i sistemi d’istruzione C.A.I.
(Computer Aided Instruction, educazione assistita dal calcolatore) e
C.A.L.(Computer Aided Learning, apprendimento assistito al calcolatore) presso
l’università dell’Illinois. Questi sistemi erano estremamente rigidi dal punto
di vista didattico: miravano a sostituire completamente l’insegnante; inoltre
erano molto costosi.
La
grande svolta si verificò con l’avvento del microprocessore e del personal
computer, la IBM nel 1981 lanciò l’8088, il primo della serie dei personal
computer con sistema operativo DOS, messo a punto insieme alla Microsoft; in
seguito nacque il sistema Windows che portò anche sui PC quell’interfaccia
semplice e gradevole.
Entrambi
i sistemi sono quelli attualmente più utilizzati.
Per
quanto riguarda la storia dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
in Italia, fino alla fine degli anni '60 la logica prevalente nel sistema
scolastico rimase quella della separazione,
in cui l'allievo disabile veniva percepito come un malato da affidare ad un
maestro-medico e come potenziale elemento di disturbo.
La Legge
n.118 del 1971 e con maggiore chiarezza la Legge n.517 del 1977 sancirono
l’ingresso ufficiale degli alunni portatori di handicap nelle scuole normali,
abolendo le scuole speciali e avvalendosi dell’ausilio di insegnanti
specializzati.
Nel
1992 si giunse finalmente ad una legge quadro, organica, che riordinò gli
interventi dei vent'anni precedenti. La Legge 104 non si
concentra solo sull'assistenza ma anche sull'integrazione e sui diritti dei disabili; la direzione del legislatore è infatti quella
di promuovere la massima autonomia
individuale. La Legge specifica, inoltre, che l'integrazione scolastica deve
avvenire per tutti e per ogni
ciclo, compresa l'Università, nelle classi comuni.
Negli
ultimi decenni la scuola si è impegnata molto nell’ approfondire il tema della
tecnologia applicata agli alunni disabili e con disturbi di apprendimento. Il
decreto ministeriale del 30 Aprile 2008 prevede le regole tecniche per
l’accessibilità agli strumenti didattici e formativi a favore degli alunni disabili.
Questo decreto propone le linee guida da usare nei supporti digitali dei testi
scolastici per gli alunni disabili. I punti sviluppati in questo decreto
affermano che nei supporti digitali è utile:
·
Perseverare
le caratteristiche strutturali del libro di testo (in modo che il bambino non
faccia confusione e capisca la linearità logica tra il libro di testo e il
supporto del software)
·
Avere
un sommario navigabile di approfondimento per i termini e i concetti più
difficili (in mo
·
Avere
un’interfaccia semplice, quindi si devono evitare gli elementi di disturbo
(come troppe immagini o video)
Da ciò
poi si è passati a pensare a dei software didattici da affiancare alle semplici
lezioni frontali per aiutare il bambino nel suo processo di apprendimento.
Negli
anni infatti i software sono sempre più stati utilizzati all’interno delle
scuole con sufficienti e positivi risultati, andando ad incrementare e
sostenere il progetto ‘’Nuove tecnologie e disabilità’’ del MIUR nel quale sono
racchiusi vari tipi di software per aiutare gli alunni con disabilità nello
sviluppare competenze :
·
Logico
–temporali: come in ‘’sequenze animate’’ o ‘’prima e dopo’’
· Visuo-
spaziali: come in ‘’dove ‘’
·
Attività
per sviluppare le competenze socio- affettive : con il ‘’libro delle
emozioni’’.
Es. libro delle emozioni ….
Attraverso
le tecnologie multimediali è possibile costruire percorsi di apprendimento
aperti e flessibili, individualizzati e personalizzati, in cui tutti gli
alunni, anche coloro che presentano particolari situazioni di svantaggio o
disabilità, diventano protagonisti dei propri processi di apprendimento.
Ultimamente
si assiste, inoltre, al passaggio da un’idea di software speciale, per
disabili, a un’idea di software usabile da tutti, disabili inclusi. All'inizio degli anni Novanta ci fu un impulso molto forte nella produzione di software
“per disabili”, finalizzato alla loro integrazione scolastica e sociale.
L’obiettivo era quello di dare nuovi strumenti operativi, ritenendo che quelli
presenti non rispondessero alle esigenze di tutti. A un bisogno speciale era
necessario rispondere con un programma altrettanto speciale.
In
alcuni casi quest’idea è ancora attuale, in altri casi, invece, è superata da
un’idea di integrazione che vuole che tutti facciano le stesse cose con i
medesimi mezzi, seppur in maniera differente.
Le
risorse digitali per l’apprendimento, se non sono progettate secondo il principio
della Progettazione Universale (Design for all), possono creare nuove
barriere a chi non possiede le abilità fisiche o le capacità cognitive
necessarie allo svolgimento delle attività previste. Da strumenti che possono
favorire e facilitare l’acquisizione di conoscenze, competenze e lo sviluppo di
abilità, rischiano di assumere un ruolo discriminante.
Una
risorsa ipermediale accessibile non è un materiale ridotto, privato di qualche
parte; al contrario essa è un prodotto di elementi che la completano e la
rendono più adatta alla consultazione in qualsiasi circostanza.
Per
quanto riguarda il piano metodologico e della mediazione nell’uso delle
tecnologie, l’efficacia di uno strumento multimediale accessibile dipende anche
dal modo in cui esso viene introdotto e usato nella pratica didattica da parte
dell’insegnante. Ciò significa che il docente deve possedere competenze
specifiche per poter introdurre e gestire in classe attività mediate da
strumenti finalizzati all’integrazione di studenti con disabilità.
Le
risorse digitali offrono l’opportunità di personalizzare l’approccio al sapere
dell’alunno, nel rispetto delle differenze, delle modalità di apprendimento che
lo studente privilegia e dei bisogni individuali.
La
personalizzazione si concretizza nel poter utilizzare una serie di opzioni che
possono consentire, per esempio, di graduare i livelli di difficoltà, di
selezionare i contenuti o modificarli, di creare percorsi più confacenti alle
caratteristiche e agli stili cognitivi degli utenti, di scegliere i dispositivi
di input o di output alternativi alla tastiera.
Nella
scelta dello strumento è necessario tenere conto di tutto ciò, dal momento che
questi sono fattori che possono condizionarne pesantemente l’uso e l’efficacia.
Gli
strumenti accessibili, usabili e personalizzabili possono favorire il processo
di integrazione degli alunni disabili nella scuola di oggi, che sta diventando
sempre più «digitale». E’ necessario,
quindi, acquisire la consapevolezza che produrre e usare materiali for all è
un’opportunità unica per far sì che l’integrazione diventi inclusione.
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